mercoledì, gennaio 14, 2009

RIFORMA DEL MODELLO CONTRATTUALE

Più volte nei nostri comunicati abbiamo affrontato il tema della riforma del modello contrattuale, tenuto conto che l'attuale disciplina, che risale all'accordo del 23 luglio 1993, non è stata, e non lo è ancor più oggi, in grado di dare una adeguata risposta ai fini delle difesa del potere di acquisto dei salari in sede di definizione degli accordi contrattuali.

Ci sono sul tappeto due importanti convocazioni che riguardano la definizione del nuovo modello contrattuale e l'apertura di un tavolo sulla crisi economica e finanziaria che attraversa il Paese.

Sulla riforma del modello contrattuale spingono i sindacati che negli ultimi tempi hanno sottoscritto insieme molti accordi (Cisl-Uil-Confsal), senza aver potuto registrare il consenso della CGIL che, ferma su posizioni prevalentemente ideologiche, programma nuovi scioperi per il mese di febbraio, invece di dialogare per raggiungere accordi.

Eppure su molti punti delle contrattazioni svolte lo scorso anno sono state valutate soluzioni condivise, come l'esigenza di un contratto unico pubblico e privato con le diverse necessarie specificità; la triennalità della durata dei contratti sia normativi che economici; il ridimensionamento delle competenze del contratto nazionale; la contestuale rivalutazione della contrattazione integrativa quale sede più idonea a definire il salario della produttività;   altre ipotesi volte a recuperare il potere di acquisto del salario.

Purtroppo le resistenze continuano a ritardare le conclusioni per il passaggio alla fase operativa, per cui il Ministro Brunetta sta preparando un testo, che dovrebbe rassegnare quanto prima ai sindacati, per definire un modello contrattuale per il pubblico impiego da confrontare ed omogeneizzare con quello privato dove, pur essendo le difficoltà da smussare più rilevanti, sono da registrare le chiusure di cinque accordi di categoria su otto.

Sul tavolo richiesto dai sindacati per concordare le misure anticrisi, il Ministro Sacconi ha mandato segnali di possibili aperture alle parti sociali e alle regioni in ordine alla definizione di un contratto collettivo unico, alla estensione degli ammortizzatori sociali anche ai precari, ai dipendenti di impresa inferiore a 15 dipendenti, ai lavoratori del terziario, apprendisti, interinali e collaboratori a progetto, ad un ampliamento dei corsi di formazione, ai contratti di solidarietà, e, dulcis in fundo, alla settimana corta.

Dare contenuto definitivo a tutte queste problematiche sarà una impresa ardua ma di grande valore strategico per superare la grave crisi economica che da più parti viene annunciata per l'anno 2009.

           

          Cordialità e saluti.

                                                                                              IL SEGRETARIO GENERALE

                                                                                              Renato Plaja

Nessun commento: