RIFORMA DEL MODELLO CONTRATTUALE: EDITORIALE DEL SEGRETARIO GENERALE
Si riporta, di seguito, l'editoriale del Segretario Generale riguardante la riforma del modello contrattuale che sarà pubblicato sul prossimo numero del nostro settimanale "Confsal società, cultura, lavoro":
RIFORMA DEGLI ASSETTI CONTRATTUALI:
ACCORDO QUADRO DEL 22 GENNAIO 2009
CENTRATI DUE IMPORTANTI OBIETTIVI DELLA CONFSAL
di Marco Paolo Nigi
Il 22 gennaio 2009, a Palazzo Chigi, Governo e Parti Sociali hanno sottoscritto l'Accordo Quadro sulla "riforma degli assetti contrattuali".
L'Accordo costituisce un importante fatto storico sia per i suoi contenuti innovativi che per la larga condivisione delle Parti Sociali rappresentative dei lavoratori e dei datori di lavoro.
Ed è così che dopo quindici anni e sei mesi si è preso atto che l'analogo Accordo del luglio'93, di fatto disapplicato, non poteva più rispondere alle esigenze della nuova economia e della moderna organizzazione del lavoro. Infatti, tale Patto era maturato in un contesto monetario-inflattivo, economico-finanziario e politico-culturale completamente diverso dall'attuale.
L'avvento della moneta europea, l'attuale politica monetaria e creditizia della Banca Centrale Europea, l'avanzata globalizzazione dell'economia, l'evoluzione nel credito, nella finanza privata e pubblica e nella cultura e nella gestione imprenditoriale e la vigente normativa sullo stato giuridico e sull'organizzazione del lavoro imponevano da tempo un nuovo Patto funzionale allo sviluppo economico e alla crescita occupazionale.
Pertanto, in discontinuità con i ricorrenti falliti tentativi di adeguamento del modello'93, a cominciare da quello relativo alla proposta della "commissione Giugni" del 1997, l'ultima trattativa, tenuta "autonomamente" dalla Parti Sociali e condivisa nella fase decisiva dal Governo, anche quale datore di lavoro, si è basata sul necessario senso di responsabilità, lungimiranza e concretezza delle Parti Sociali rappresentative dei lavoratori e dei datori di lavoro. E Patto è stato sulla base delle forti motivazioni condivise nella consapevolezza che per centrare l'obiettivo dichiarato sono indispensabili l'aumento della produttività aziendale e della competitività del sistema economico, nuove dinamiche retributive eque e premianti ed una maggiore qualità dei servizi resi dalle Pubbliche Amministrazioni.
L'Accordo fissa fondamentali principi di un modello contrattuale "comune", per il settore privato e per quello pubblico.
Secondo il modello definito il contratto collettivo nazionale di categoria:
v ha durata triennale sia per la parte economica che per quella normativa: si corregge così l'anomalia della quadriennalità normativa e della biennalità economica che non consentivano l'indispensabile corrispondenza temporalmente perfetta fra prestazione e controprestazione;
v garantisce la certezza dei trattamenti economici e normativi comuni e regola le relazioni industriali a tutti i livelli;
v fa riferimento all'indice dei prezzi al consumo armonizzato in ambito europeo ed elaborato da un soggetto terzo: si afferma, così, la valenza europea del parametro negoziale e si supera la fissazione unilaterale da parte del Governo del tasso annuo di inflazione programmata che, utilizzato rigidamente per l'aggiornamento delle retribuzioni, ha portato all'accertato impoverimento dei lavoratori dipendenti;
v semplifica le procedure negoziali e garantisce il regolare svolgimento delle trattative;
v fissa due livelli di contrattazione collettiva - nazionale e aziendale -, valorizzando il secondo livello, incentrato sulla premialità e sulla incentivazione, anche attraverso la leva della fiscalità strategica;
v punta sulla diffusione universale del secondo livello e fornisce adeguate garanzie per le situazioni di difficoltà economico-produttiva;
v prevede la definizione entro tempi brevissimi delle nuove regole per la rappresentanza delle Parti Sociali da ammettere alla contrattazione collettiva e la semplificazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro nei diversi comparti;
v rilancia l'obiettivo della riduzione "finanziariamente compatibile" della pressione fiscale sul lavoro e sulle imprese.
L'Accordo aprirà certamente una nuova stagione nelle relazioni sindacali e nell'andamento del rinnovo dei prossimi contratti di lavoro e costituirà un fondamentale strumento di sostegno alla crescita economica ed occupazionale.
La Confsal, con la sottoscrizione dell'Accordo, ha centrato due importanti obiettivi fissati dalla sua piattaforma politico-sindacale: la definizione certa di un moderno modello contrattuale "unico" per il privato e pubblico impiego e quella "possibile" di un nuovo sistema di relazioni sindacali basato finalmente sulla legittimazione delle Parti Sociali interagenti in base alla rappresentatività effettiva e "certificata".
La Confsal, infine, valuta l'Accordo quale strumento fondamentale per il sostegno alla prevedibile ripresa economica del 2010 e considera, pertanto, fondamentale il totale e continuo impegno delle Parti Sociali per la puntuale attuazione dello stesso.
Il convinto, responsabile e coerente impegno della Confsal non mancherà per perseguire concretamente gli obiettivi fissati dall'Accordo nell'interesse dei lavoratori e del Paese. (Dal notiziario Confsal n.15-09)