venerdì, aprile 04, 2008

COMUNICATO STAMPA

 

                                                         GIUSEPPE URBINO (SEGR.GEN. CONFSAL-UNSA): "ARCUS DEVE ESSERE CHIUSA"

 

"Lo spunto per parlare di Arcus viene ancora dai media (vedi ultimo numero di Edilizia e Territorio) – afferma Giuseppe Urbino, Segretario Generale della Confsal- Unsa Beni Culturali- che negli ultimi due anni non hanno risparmiato la SpA- cassaforte di Rutelli costretta al commissariamento e più volte nel mirino della Corte dei Conti.

 

Proprio di recente – prosegue il sindacalista – la Magistratura contabile ha sollecitato Arcus alla ricostituzione del Consiglio d'Amministrazione. Ricordiamo che dal 5 aprile del 2007 Arcus è stata commissariata dallo stesso Rutelli che ha nominato un suo fido collaboratore(un assicuratore ed ex editore di Europa, il quotidiano della Margherita, oggi anche  candidato per il Pd).

 

Una società come Arcus – ribadisce Urbino – una Spa pubblica, così come viene gestita, altro non è che un' inutile cassaforte ad uso e consumo prima del Ministro per i Beni Culturali e poi per il Ministro delle infrastrutture, il "proprietario" da una parte e il "partecipante" con il 3% destinato dai fondi in Finanziaria dall'altra. Insomma, insieme gestiscono oltre un centinaio  di milioni di euro,  per lo più distribuiti con criteri personali e soprattutto in modo clientelare. Del resto, è la stessa corte dei Conti che nella relazione sul rendiconto generale dello Stato del 2007,  afferma che la società " si sta trasformando in un'agenzia per il sostegno di interventi, predeterminati dai ministri e integrativi di quelli ordinari".

Ma dai Magistrati di via Baiamonti non è tutto – sottolinea Urbino "Arcus è in costante ritardo nella fase decisionale e in quella di esecutività dei progetti" , tutto ciò comporta il frequente finanziamento e la quasi immediata erogazione dello stesso per iniziative progettuali già avviate o addirittura concluse. Senza contare poi che la Corte preme per l'approvazione di un regolamento di cui Arcus non si è ancora dotata.

 

Arcus non ha nessuna ragione di esistere ancora, deve chiudere – dice ancora Urbino – ormai siamo ad un bivio, eliminarla o quantomeno riportare le competenze di gestione all'interno del Ministero per i Beni e le Attività culturali, così facendo,  ci sarebbe un risparmio notevole di costi aziendali, meno sprechi e soprattutto una maggiore trasparenza, quella che lo stesso Commissario di Arcus Arnaldo Sciarelli, in un'agenzia Ansa del 12 aprile 2007, dichiarò (Finanziamenti resi pubblici on line, uno staff più snello orientato al femminile e l'obiettivo di sposare grandi progetti con grandi ritorni, cercando interconnessioni anche con il turismo)  ma che a tutt'oggi non è stata mai attuata.  Guardare per credere. nel sito di Arcus(www.arcusonline.org) infatti non sono presenti tutti i progetti finanziati dalla Spa di Rutelli e,  in quelli pubblicati,  non c'è nemmeno l'ombra di quanto sia stato erogato.

 

Arcus quindi chiuda i battenti quanto prima – conclude Urbino –, è l'appello che facciamo al prossimo Ministro dei Beni culturali, è uno dei pesi morti della nostra Nazione, lo  auspichiamo con fermezza così come chiese qualche tempo fa la Fondazione Italiani Europei di Giuliano Amato e Massimo D'alema anche se poi improvvisamente con l'avvento al Governo degli stessi, tutto finì in una bolla di sapone e non se ne parlò più. Il resto è storia di oggi".

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