martedì, marzo 04, 2008

CNEL Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro

 

LIBERARE LA CRESCITA DELL'ITALIA:

UNA RIFLESSIONE COMPARATIVA CON I RISULTATI

DELLA COMMISSIONE ATTALI

 

Roma, 29 febbraio 2008

 

Intervento di  Fedele Ricciato

(CONFSAL)

 

Il tema del Seminario "Liberare la crescita dell'Italia: una riflessione comparativa con i risultati della Commissione Attali" ha promosso un proficuo confronto sulla primaria questione italiana alla luce della comparazione con il mirabile ed autorevole "Rapporto" sulla crescita di un grande Paese dell'Eurozona.

La crescita italiana è "legata" fortemente da situazioni strutturali consolidate al punto che non si muove oltre un valore minimo del Pil per effetto del trascinamento dell'economia europea e mondiale, rimanendo refrattaria, quasi insensibile, ai fattori esogeni positivi.

La crescita globale di un Paese industrializzato, quale è l'Italia, dipende da fattori complessi di natura economico-finanziaria, sociale e culturale e, pertanto, può essere promossa e/o sostenuta con esiti positivi soltanto con il concorso di tutti i soggetti interagenti nel sistema pubblico e privato.

In sintesi è indispensabile "fare sistema" con il reale coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali, politici e sociali.

Le Istituzioni della Repubblica ed il Sociale Organizzato devono promuovere una "nuova concertazione", soprattutto per quanto riguarda il metodo,  ed esprimere una "vis" operativa orientata sulla centralità della persona e del cittadino e sul sostegno al lavoro.

Il "Rapporto Attali" legge, in maniera sistematica,  la situazione francese, individua obiettivi e disegna percorsi sui fattori della crescita e consente, così, di riconoscere, a grandi linee, un'analoga possibile via italiana.

La limitatezza del tempo a disposizione non ci consente di entrare nel merito delle grandi questioni egregiamente trattate dal Rapporto, come la formazione, la ricerca e l'innovazione, la concorrenza e le liberalizzazioni, la riduzione del costo del lavoro, la qualificazione della spesa pubblica, etc…. Possiamo, però, esprimere il convinto apprezzamento per il rigore scientifico dell'analisi e il valore politico della proposta del "Lavoro".

Pertanto circoscrivo il mio intervento evidenziando brevemente le questioni che la "atipicità" della situazione italiana ci propone, quali le basse retribuzioni dei lavoratori dipendenti e la inadeguatezza delle pensioni, anche in relazione al singolare andamento dei prezzi e delle tariffe e alla debole domanda interna quale sostegno allo sviluppo, la fiscalità, l'economia irregolare, la sicurezza e il credito.

La grande questione italiana, riconosciuta ormai da tutti, è costituita dal basso potere di acquisto delle retribuzioni e delle pensioni: una grave questione di equità sociale e di sviluppo per gli effetti sulla domanda interna!

La via da percorrere dovrà interessare le politiche contrattuali, le politiche fiscali, il controllo delle tariffe e la verifica dei prezzi dei servizi e dei beni di prima necessità, intervenendo concretamente sulle filiere della distribuzione.

Altra importante questione da risolvere è l'iniquità della fiscalità italiana per la vastità del fenomeno dell'evasione e dell'elusione, in parte conseguenza di una economia irregolare che non trova eguali in Europa.

Altra questione prioritaria è la sicurezza del cittadino e dell'impresa, esposti alla diffusa criminalità organizzata e non.

Una ulteriore questione è costituita dal sistema creditizio e assicurativo, con particolare riferimento al costo del denaro, soprattutto nelle aree deboli del Paese, e al costo dei servizi bancari e assicurativi.

Altra reale questione riguarda la riorganizzazione della Pubblica Amministrazione  che dovrà interessare la sua organizzazione strutturale e funzionale con particolare attenzione alla sua composizione, alla sua dislocazione, alla sua gestione e alla sua automazione. E' il caso di sottolineare che la difficile situazione della Pubblica Amministrazione Italiana non ha bisogno di "luoghi comuni", ma di scelte politiche, legislative e amministrative mirate e condivise.

Il "Rapporto Attali", adeguato alla situazione italiana ed integrato con questi ed altri capitoli, potrebbe costituire un corretto e organico sistema di interventi da realizzare, nel breve e nel medio periodo, nel nostro Paese.

Mi sia consentita una ultima osservazione riguardo al "governo" della crescita e all'anomalo metodo concertativo italiano fra Governo e Parti Sociali.

Le ragioni superiori del Paese, come la crescita, non appartengono soltanto al Governo in carica e ad alcune Parti Politiche e Sociali. Al contrario, se ne devono far carico responsabilmente tutte le massime Istituzioni e tutte le Parti Politiche e Sociali rappresentative.

Ma viviamo ancora in un Paese in cui due grandi Forze Politiche contrapposte si accusano vicendevolmente e strumentalmente, proprio in questi giorni, di aver individuato  parallelamente le maggiori questioni del Paese, inserendole nei programmi elettorali!

La Confsal - che oggi mi onoro di rappresentare – sostiene che finalmente in Italia si incominciano ad individuare trasversalmente le questioni vitali del Paese! Segua, ora, il responsabile impegno politico e istituzionale, soprattutto del futuro Parlamento, per l'affermazione delle ragioni superiori dell'Italia.

Ai cittadini italiani e soprattutto ai giovani, oggi, riconosciamo almeno la legittima aspettativa di un "Rapporto condiviso" per la crescita del Paese in una Unione Europea più integrata e più avanzata, in analogia con il "Rapporto Attali".

A noi il compito convinto ed obbligato di contribuire per lo sviluppo del Paese.

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