venerdì, novembre 03, 2006

Napoli e l'indulto

L’indulto ha generato nelle organizzazioni criminali un senso di impunità senza precedenti. Ben 1.000 reati sono stati finora compiuti da chi è stato scarcerato. Tra questi anche alcuni omicidi. L’indulto non ha neppure risolto il problema delle carceri. La prova provata è Regina Coeli la cui popolazione carceraria è passata da 900 detenuti pre-indulto, a 746 post-indulto, per raggiungere i 980 attuali. L’indulto è servito solo ai furbetti del parlamentino, oltre che alla criminalità organizzata. Previti è tuttora in Parlamento. Molti processi contro chi ha commesso reati contro la pubblica amministrazione non si terranno grazie all’indulto e chi sarà condannato beneficerà di sconti di pena fino a tre anni. E, in questo clima di dissoluzione del senso civico e morale nel Paese, ci meravigliamo di ciò che accade a Napoli? Se non facciamo, presto, piazza pulita delle leggi contro la giustizia volute da Berlusconi e non mettiamo le Procure nelle condizioni di operare dando loro strumenti e mezzi finanziari, quello che succede a Napoli sarà solo l’inizio. L’indulto è stata un’operazione scellerata, sia dal punto di vista morale, che da quello politico. L’Unione è oggi vista dai cittadini come unica responsabile del clima di lassismo nel Paese e dei delitti conseguenti all’indulto. Dimenticandosi che l’indulto è stato votato da una maggioranza bipartisan e che il partito che ne ha avuto i maggiori benefici è stato Forza Italia. Davvero una grande operazione di comunicazione. (dal post di Antonio Di Pietro del 2 novembre 2006)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Gentile Dott. Innocentini,
condivido la sua preoccupazione per il risultati disastrosi dell'indulto.
Pero mi sembra un'insulto per l'intelligenza altrui cercar di farlo passare come un misfatto di forza Italia.
Credo che per essere credibili dobbiamo imparare ad accettare le nostre responsabilità e quelle dei nostri alleati di Governo.
Anche questo è un problema di comunicazione?
Cordialità
Nunzia

Stefano Innocentini ha detto...

Gentile Sig. ra Nunzia,
rispondo volentieri alla Sua e mail.
L’ indulto, come Lei ben sa, è stato invocato a gran voce non solo da un numero rilevante di esponenti politici, ma anche da una grande autorità morale e religiosa, ovvero Papa Giovanni Paolo II, durante la sua visita nel Parlamento italiano.
Italia dei Valori non è mai stata contraria all’indulto, ma alle modalità della sua applicazione, che si è rivelata, nei fatti, particolarmente “disinvolta”.
E’ evidente che i tempi erano maturi per un provvedimento di clemenza ma, come spesso accade in Italia, si è approfittato di questo provvedimento per ampliare, in modo indiscriminato, le tipologie di reati oggetto del provvedimento.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: rapine, omicidi e reati di vario tipo si sono moltiplicati in modo esponenziale, soprattutto nel napoletano.
Naturalmente una situazione di questo tipo era prevedibile e non dobbiamo meravigliarci più di tanto.
Bisognerebbe però riflettere su altro ovvero, come dice l’On. Di Pietro: ” L’indulto è servito solo ai furbetti del parlamentino, oltre che alla criminalità organizzata. Previti è tuttora in Parlamento. Molti processi contro chi ha commesso reati contro la pubblica amministrazione non si terranno grazie all’indulto e chi sarà condannato beneficerà di sconti di pena fino a tre anni”.
Sarebbe stato sufficiente escludere alcuni reati, come quelli contro la pubblica amministrazione, e nel contempo aumentare il livello di guardia in previsione di un aumento della criminalità.
Con questi piccoli accorgimenti, non solo si sarebbero potute salvare numerose vite, ma molti nostri parlamentari potrebbero girare a testa alta, fieri di non aver abusato dei propri poteri, utilizzando per fini personali una legge nata con ben altri intenti.
Invece, il messaggio che è stato lanciato è decisamente diverso e, per dirla come Di Pietro, è stata "davvero una grande operazione di comunicazione".
Le invio cordiali saluti.
Stefano Innocentini