Illustre Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano,
la scrivente Organizzazione Sindacale denuncia a codesta spettabile Corte dei Conti e al preposto ufficio della Funzione Pubblica la situazione, divenuta ormai insostenibile, venutasi a creare nel Ministero per i Beni e le Attività Culturali, a seguito delle recenti nomine di ben 216 Dirigenti di Sovrintendenze, Archivi, Biblioteche e Istituti Centrali in piena campagna elettorale e a pochi giorni dalla conclusione del mandato del Ministro Francesco Rutelli.
Gli uffici del Segretariato Generale del Mibac si affannano a fornire delucidazioni, in
merito a questa anomala situazione, tentando di nascondere le nomine di personale esterno all'amministrazione, nomine che come quelle concordate tra iDirettori Generali e gli ufficio di Gabinetto, sono totalmente a discrezione del Ministro Rutelli.
Per questo i Direttori Generali del Ministero dei Beni culturali, secondo le modalità ivi stabilite con il Gabinetto del Ministro, dovrebbero provvedere entro oggi, 31 marzo 2008, al conferimento degli incarichi al personale di ruolo del ministero (e non solo quelli), al fine di assolvere alle scadenze volute dal Ministro Rutelli in occasione dell'entrata in vigore del nuovo regolamento di organizzazione.
Le nomine, avverrebbero su proposta dei Direttori Generali, che da quanto ci risulta,
a tutt' oggi non hanno il loro contratto regolarmente registrato alla Corte dei Conti e che comunque agirebbero di concerto con gli uffici di Gabinetto del Ministro.
Riteniamo che il comportamento del Ministro Francesco Rutelli sia scorretto e lesivo degli interessi della Pubblica Amministrazione in materia dei buoni principi di trasparenza, efficacia ed efficienza, poiché così facendo si aggira la regolarità della procedura amministrativa, che sì, prevede delle scadenze solo per l'ordinaria amministrazione, ma non fa altro che alimentare la "certezza" che queste avvengono con criteri del tutto clientelari e politici. Un Ministero come quello della Cultura, da anni sempre in continua riforma, avrebbe potuto attendere il nuovo esecutivo prima di procedere in tal senso, un mese in più non potrebbe arrecare danno all'amministrazione mentre in caso contrario il danno economico sarebbe ingente in quanto il nuovo esecutivo con quasi certezza sarebbe costretto a rivedere il tutto, specie per le nomine di dirigenti esterni ai Beni culturali.
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