"VANIFICATE LE COMPETENZE DELLA COMMISSIONE CONSULTIVA PER L'ESPORTAZIONE DI OPERE D'ARTE"
Distorsioni amministrative derivate dall'anomalo provvedimento emanato dal ex Direttore Generale per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico pro tempore Dott. Bruno De Santis che pur avvalendosi di una facoltà che gli veniva attribuita dalla legge, ha proceduto con un proprio decreto a rideterminare funzioni e competenze della Commissione Consultiva per l'Esportazione istituita con decreto direttoriale l'8.10.1999.
Il Segretario Nazionale Dott. Giuseppe Urbino, è a suo tempo intervenuto presso gli organi ministeriali segnalando la seguente problematica in ordine all'annullamento della commissione consultiva per l'esportazione di opere d'arte.
"Infatti, il provvedimento già attuativo, presenta clamorose lacune di ordine formale e sostanziale per non tralasciare il palese orientamento, opposto agli ormai acclarati indirizzi adottati dal Ministro in merito al recupero delle opere d'arte afferma Giuseppe Urbino Segretario Nazionale della Confsal-Unsa Beniculturali -, in ordine a tale provvedimento, che qualifica perfettamente l'estensore, occorre rilevare due evidentissime contraddizioni:
1) Di deficienza dal punto di vista legale, per l'interpretazione del Codice art. 68 comma 4 laddove si parla di organo consultivo e di natura contrattuale poiché il documento in questione incidendo sulle funzioni svolte dai lavoratori, sull'organizzazione interna del Servizio I necessitava dell'obbligatorio parere delle OO.SS.;
2) Di ordine politico amministrativo in quanto mentre il Ministro si affanna con tutte le difficoltà del caso affrontando e trovando soluzioni a questioni di diritto internazionale per il recupero delle opere trafugate, esportate e musealizzate, contemporaneamente, di fatto, lascia che gli effetti del documento in argomento alieni allo Stato la facoltà di accrescere il proprio patrimonio da destinare alle raccolte pubbliche a seguito dell'azzeramento del pronunciamento seppur consultivo della Commissione che collegialmente sino ad oggi esaminava la documentazione proveniente dagli Uffici Esportazione.
Inoltre in totale inosservanza degli ultimi orientamenti che provengono dal Governo e dal Parlamento in termini di trasparenza amministrativa nello svolgimento delle operazioni e per le dinamiche dei tempi che l'attività prima del decreto in argomento contemplava, così come riportato nell'atto non sono indicati, come previsto dalla Legge 241/ 1990, i responsabili del procedimento conclude Urbino - si è obbligati a condurre una riflessione la cui logica qualità è necessariamente alternativa: o il direttore generale Bruno De Santis è imperdonabilmente distratto e incompetente per cui procede a qualificare il suo incarico con emanazione di atti ed espressione di volontà, alla luce di quanto sopra detto, del tutto ingiustificati ed incomprensibili; oppure il direttore è pienamente consapevole e per interessi e finalità del tutto estranei a quelle che l'amministrazione persegue, procede incurante con un provvedimento inosservante delle peculiarità formali e sostanziali che contraddistinguono gli atti della pubblica amministrazione".
Pertanto, il Coordinamento Nazionale Confsal-Unsa Beni Culturali nell'esporre le proprie osservazioni, chiede il ripristino della Commissione rigettando il provvedimento discutibilissimo a firma del Direttore Generale Bruno De Santis, che di fatto ha sostituito solo apparentemente la commisione con l'istituzione dell'Ufficio Libera Circolazione. Detta Commissione che svolgeva le sue funzioni all'interno dell'ex Servizio I della Direzione Generale del Patrimonio Storico Artistico pur essendo consultiva costituiva un valido organismo di controllo e di indirizzo per le esportazioni delle opere o degli oggetti che rientranti nella categoria di beni culturali per uscire dal territorio nazionale e varcare le frontiere della Comunità Europea necessitano dell'ATTESTATO DI LIBERA CIRCOLAZIONE con durata triennale dal momento dell'emissione.
Schematizzando le operazioni svolte dalla Commissione erano:
- gli Uffici Esportazione deputati a ricevere le richieste di attestato dai possessori delle opere in uscita dal territorio nazionale svolgevano un primo esame con una commissione tecnica formata da funzionari appartenenti alle soprintendenze locali che esamina l'opera e la documentazione prevista dalla normativa
- i risultati di questo primo esame con la documentazione e le foto venivano trasmesse al servizio della direzione generale competente per materia all'interno del quale svolgeva le funzioni la commissione consultiva composta da funzionari tecnici della direzione da una segretaria e da un presidente ispettore storico dell'arte;
- le conclusioni verbalizzate venivano trasmesse agli uffici esportazione sotto forma di parere positivo o di approfondimento di studio sicché attraverso il suggerimento e il consiglio di analizzare con più efficacia si invitava a vagliare con più oculatezza l'uscita definitiva del bene
Con il provvedimento di De Santis la documentazione proveniente dalla periferia viene esaminata dai tecnici del servizio come qualsiasi altra pratica d'ufficio.
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