MANOVRA FINANZIARIA ESTATE 2008
In relazione al Documento di Programmazione Economico Finanziaria 2009/2013 deliberato dal Consiglio dei Ministri il 18 giugno 2008 e ai provvedimenti di legge collegati (manovra finanziaria estate 2008), si riporto l'editoriale del Segretario Generale che sarà pubblicato sul prossimo numero del settimanale "Confsal Società Cultura Lavoro".
Una manovra da rivedere e integrare
di Marco Paolo Nigi
Una manovra finanziaria si valuta in relazione al contesto economico-finanziario attuale e prospettico italiano, europeo e mondiale, agli obiettivi politici, economici e finanziari che si intendono perseguire e agli strumenti e ai percorsi prescelti.
La manovra d'estate 2008 è calata in un contesto italiano caratterizzato da una economia sommersa che si attesta intorno al 16% del PIL, da una evasione di imposte e di contributi previdenziali di oltre 100 miliardi di euro annui, da una economia legale che subisce una insostenibile pressione fiscale, da un pesante debito pubblico, da un crescente tasso di inflazione reale, da un sensibile calo dei consumi, da un gap nella formazione, nella ricerca, nell'innovazione tecnologica e nell'energia, dall'aumento della cassa integrazione guadagni preludio di disoccupazione e di contrazione del reddito disponibile, da una bassa produttività e da una problematica competitività del sistema economico e soprattutto da una perdurante stasi nella crescita.
Il negativo contesto europeo e internazionale non aiuta certamente la difficile situazione italiana. La crisi finanziaria mondiale, il costante aumento del prezzo del petrolio e dei generi alimentari primari, la crescita dell'inflazione in Europa, che ha indotto
In particolare, la decisione della BCE riguardante l'aumento del tasso centrale, rivela la priorità che la stessa Banca assegna alla stabilità dei prezzi e alla difesa del potere d'acquisto in Europa, anche rispetto alla crescita - in chiaro rallentamento - che l'aumento del costo del denaro, a parità di condizioni, deprime.
Pertanto, la manovra finanziaria 2008, secondo una corretta analisi della situazione economica e finanziaria del Paese e del contesto internazionale e la conseguente logica prospettiva politica, centrata sulle irrinunciabili priorità dello sviluppo e dell'equità sociale, avrebbe dovuto puntare decisamente e fortemente su:
Ø il sostegno alla domanda interna con l'immediato recupero del potere di acquisto delle retribuzioni e delle pensioni, operando innanzitutto sulla leva fiscale;
Ø il rinnovo dei contratti dei lavoratori attraverso un nuovo modello contrattuale che consenta al primo livello l'integrale recupero del potere di acquisto ed al secondo livello, obbligatoriamente e universalmente diffuso, la distribuzione di un equo premio per la produttività;
Ø gli investimenti in formazione, ricerca, innovazione, infrastrutture, energia e servizi pubblici evoluti, inclusi quelli amministrativi;
Ø la "razionalizzazione" della spesa pubblica, garantendo comunque adeguati livelli qualitativi e quantitativi nell'erogazione dei servizi pubblici essenziali;
Ø una rinnovata e più incisiva lotta all'evasione fiscale e contributiva.
L'attuale manovra governativa, al contrario, si fa apprezzare soltanto per l'obiettivo del pareggio di bilancio previsto per l'esercizio finanziario 2011 e per le norme riguardanti le liberalizzazioni e le semplificazioni.
Si rivela, invece, carente in relazione ai fattori di crescita di breve periodo, quali il sostegno alla domanda interna, l'equità fiscale e la fiscalità strategica, e di medio periodo, quali la formazione, la ricerca, l'innovazione tecnologica, le infrastrutture e l'energia.
La manovra 2008 è soprattutto insostenibile per la dimensione dei tagli indiscriminati alla spesa pubblica e per la pesante penalizzazione del pubblico impiego con il decreto legge 112/2008, discutibile per metodo e gravoso e iniquo per alcuni contenuti.
Ø retribuzioni e pensioni;
Ø politiche fiscali sul reddito da lavoro e da pensione;
Ø struttura delle tariffe energetiche;
Ø nuovo modello contrattuale e immediato rinnovo dei contratti;
Ø investimenti strategici per la crescita e l'occupazione;
Ø valorizzazione del Protocollo di Intesa di Palazzo Chigi del luglio 2007 e rafforzamento del Welfare.
La situazione del Paese, che "produce e consuma meno" in Europa, e dei lavoratori e dei pensionati italiani merita tanta attenzione e consapevolezza politica e il massimo senso di responsabilità delle diverse componenti del Sistema Italia.
Il Governo, il Parlamento, tutte le Istituzioni Pubbliche e le Forze Sociali hanno l'obbligo "di governare" nella distinzione dei ruoli, la profonda e diffusa crisi del Paese, sottoscrivendo ed onorando un Patto Sociale responsabile e, per
E' tempo di pensare seriamente ad un "autunno 2008 responsabile, solidale e proficuo", affinché i lavoratori, i giovani e i cittadini tutti trovino puntuali concrete risposte in termini di equità sociale e di crescita economica e soprattutto riprendano il cammino della speranza e dell'impegno consapevole.
In definitiva,
Per il Governo e per tutti rimane la grande responsabilità del momento! (Il Segretario Generale, Prof. Marco Paolo Nigi)»
Cordialità e Saluti
IL SEGRETARIO GENERALE
Renato Plaja
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