GIUSEPPE URBINO(SEGR. NAZ. CONFSAL UNSA BENI CULTURALI):
Contro il decreto legge n. 112 del 25.6.2008:
Opposizione intransigente della Confsal-Unsa Beni Culturali
Il Segretario Nazionale Giuseppe Urbino, è intervenuto nell'ambito dell'odierno Consiglio Direttivo della Confsal - Unsa Beni Culturali contro il recente D.L. 112, emanato dal Governo lo scorso 25 giugno - Avrà delle ricadute alquanto negative sugli uffici e sulle altre strutture del MiBAC, che dovranno ancora essere valutate in termini di arretratezza e di discontinuità della gestione dei Beni Culturali.
Pertanto, prosegue il sindacalista - è assolutamente necessario garantire la gestione e l'operatività degli istituti centrali e periferici, in quanto alla luce dei provvedimenti emanati appaiono fortemente penalizzati, con grave ripercussione sulle condizioni lavorative del personale.
Inoltre,
l'appellativo di "fannullone e assenteista" che mal si coniuga con il servizio e con la
professionalità e lo spirito di abnegazione, dei lavoratori beni culturali. È diritto e dovere di tutti i pubblici dipendenti protestare contro l'approvazione del decreto
legge n.112 del 2008, che di fatto blocca il rinnovo contrattuale e riduce drasticamente i nostri salari in un momento in cui i prezzi salgono sempre più. Tagli che mettono in discussione fortemente anche l'efficienza dei servizi resi all'utenza, nonché gli strumenti per condurre una seria lotta all'evasione fiscale, nell'interesse dei cittadini onesti.
Siamo indignati - conclude Giuseppe Urbino - per le offese quotidiane da parte di
esponenti del Governo nei confronti dei lavoratori pubblici di cui i lavoratori del Ministero sono parte integrante. Per questo invitiamo tutti i lavoratori a fare tutto il possibile per sensibilizzare cittadini che non hanno ancora avuto la possibilità di testare la qualità della fruizione del servizio dei Beni Culturali reso quotidianamente dai lavoratori del MiBAC , in ordine alla campagna denigratoria in atto. Infatti, Il D.L. 112/2008 interviene in modo devastante sui nostri stipendi (irrisorio stanziamento per il rinnovo del CCNL), sul salario accessorio ( tagli al comma 165, alla quota incentivante, ai fondi di produttività), sulle condizioni lavorative e sulle prospettive di carriera (riduzione delle dotazioni organiche, blocco delle assunzioni e delle procedure interne), sul salario in caso di malattia, con l'introduzione di norme anacronistiche e dal carattere punitivo e criminalizzante (visite mediche e fasce di reperibilità).
Il Governo, agisce con forza e in modo unilaterale, utilizzando tra l'altro lo strumento del Decreto Legge e probabilmente del voto di fiducia all'atto della conversione, per soffocare ogni possibile discussione parlamentare, ed evitare qualsivoglia confronto con il sindacato ed i lavoratori.
Nessun commento:
Posta un commento