GIUSEPPE URBINO(SEGR.GEN. CONFSAL-UNSA):
"LA CORTE DEI CONTI NON REGISTRI IL DECRETO INTERMINISTERIALE DEGLI INTERVENTI ARCUS VOLUTO A TUTTI I COSTI DA RUTELLI E DI PIETRO".
QUALCHE GIORNO PRIMA DELLE ELEZIONI RUTELLI E DI PIETRO FIRMANO
E MANDANO IN REGISTRAZIONE ALLA CORTE DEI CONTI IL DECRETO DEI PROGETTI
DI ARCUS SPA PER UNA SPESA DI OLTRE 60 MILIONI DI EURO
"L'allarme lanciato su Arcus (la Spa dei Beni culturali partecipata dal Ministero delle Infrastrutture) dal sottoscritto il 3 aprile scorso era del tutto giustificato afferma Giuseppe Urbino, Segretario Generale della Confsal- Unsa Beni Culturali-.
Proprio di recente la Magistratura contabile ha sollecitato Arcus alla ricostituzione del Consiglio d'Amministrazione, Cda che ricordiamo manca dal 5 aprile del 2007, quando Rutelli decise di commissariare la società-cassaforte del Ministero della Cultura affidandola ad un suo fido collaboratore, Arnaldo Sciarelli( un assicuratore ed ex editore di Europa, il quotidiano della Margherita) e confermando il Direttore Generale Prodiano, Ettore Pietrabissa(già Vice Direttore Centrale per la finanza dell'I.R.I ai tempi di Romano Prodi e Membro del Comitato Euro istituito dal governo Prodi nel giugno 1995).
"Con un vero e proprio colpo di mano prosegue il sindacalista della Confsal Unsa Rutelli e Di Pietro, con la squadra di Arcus, a pochissimi giorni dalle consultazioni del 13 e 14 aprile, hanno confezionato un piano d'interventi, una serie di progetti scelti senza alcun criterio se non quello clientelare per meri scopi elettorali.
Arcus - ribadisce con fermezza Urbino non rappresenta certo la cosiddetta "normale amministrazione", non vi era nessun motivo d'urgenza(se non quello elettorale) di correre a stilare il piano dei progetti (per un ammontare di oltre 60 milioni di euro) firmato poi dai due ministri, quello dei Beni Culturali, Rutelli e quello delle Infrastrutture, Di Pietro".
L'ennesima scorrettezza di Rutelli, a cui si unisce anche quella di Di Pietro continua il Segretario Generale della Confsal Unsa che dimostra come Arcus si gestita in maniera grossolana e dispendiosa per la finanza pubblica. Un centinaio di milioni di euro per lo più distribuiti con criteri personali e soprattutto in modo clientelare, del resto, è stata la stessa corte dei Conti che nella relazione sul rendiconto generale dello Stato del 2007, ha afferma che la società " si sta trasformando in un'agenzia per il sostegno di interventi, predeterminati dai ministri e integrativi di quelli ordinari".
Ma dai Magistrati di via Baiamonti non è tutto sottolinea Urbino "Arcus è in costante ritardo nella fase decisionale e in quella di esecutività dei progetti" , tutto ciò comporta il frequente finanziamento e la quasi immediata erogazione dello stesso per iniziative progettuali già avviate o addirittura concluse.
Auspico che la Corte dei Conti non registri il decreto e lo rispedisca al mittente per le valutazioni dei prossimi ministri della Cultura e delle Infrastrutture conclude Urbino continuiamo a chiedere chiarezza e soprattutto che la società Arcus venga rivista. Si azzerino i vertici e soprattutto si riportino le competenze all'interno dei due ministeri competenti. Chiudere Arcus sarebbe uno dei segnali forti del prossimo governo che contribuirà oltremodo a spazzare via uno di quegli Enti inutili e dispendiosi per le casse dello Stato".
Roma, 21 aprile 2008
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