Il coordinamento nazionale, in data 23 aprile 2008, ha scritto una nota prot. n126/08, che si riporta qui di seguito, inviata al Cons. Antonio Ferrara Magistrato della Corte dei Conti Delegato al Controllo di Arcus S.p. A. , al Presidente Corte dei Conti Dott. Tullio Lazzaro e al Segretario Generale della Corte dei Conti Cons. Raffaele Squitieri:
"L'allarme lanciato su Arcus (la Spa dei Beni culturali partecipata dal Ministero delle Infrastrutture) da questa Segreteria Nazionale il 3 aprile scorso era del tutto giustificato.
Con un vero e proprio colpo di mano i ministri Rutelli e Di Pietro, con la squadra di Arcus, a pochissimi giorni dalle consultazioni del 13 e 14 aprile, hanno confezionato un piano d'interventi, una serie di progetti scelti senza alcun criterio, se non quello clientelare per meri scopi elettorali, dividendoli in due tranche, una da 60 milioni di euro e l'altra da 47 milioni e confezionando decreti che da pochi giorni si trovano sui tavoli di codesta spettabile Corte per la registrazione.
L'operazione effettuata con moltissima fretta e proprio in un periodo elettorale e alla vigilia di lasciare il Dicastero ad un nuovo ministro della Cultura, ha creato non pochi dubbi sulla trasparenza dell'assegnazione di ben 107 milioni di euro. Nessuno conosce quali e quanti sono i progetti di particolare interesse culturale e nazionale. Senza parlare poi che i vertici di Arcus, sin dallo start up della società hanno sempre promesso senza mai tener fede di pubblicare sul sito www.arcusonline.org, e quindi rendendo pubblica l'attività di una società completamente a capitale pubblico, i vari decreti interministeriali fino ad oggi emessi.
Si tratta di un'irregolarità anche questa, un'altra fandonia del Commissario Sciarelli e del Direttore Generale Pietrabissa che non possono permettersi di affermare all'agenzia Ansa "pubblicheremo sul nostro sito i decreti come abbiamo sempre fatto", quando sul sito non vi è nemmeno l'ombra di un decreto regolarmente registrato da codesta Corte dei Conti. Sul sito internet di Arcus sono riportati una serie di progetti ma non tutti quelli finanziati e questo non fa che alimentare purtroppo il sospetto che ci sia qualcosa da nascondere.
Ci teniamo a ribadire che Arcus non rappresenta certo la cosiddetta "normale amministrazione", quindi non vi era nessun motivo d'urgenza(se non quello elettorale) di correre a stilare il piano dei progetti (per un ammontare di 107 milioni di euro)
Del resto proprio di recente codesta Magistratura contabile ha sollecitato Arcus alla ricostituzione del Consiglio d'Amministrazione, Cda che ricordiamo manca dal 5 aprile del 2007, quando Rutelli decise di commissariare la società prima con l'on. Baratta, poi con il suo attuale Capo di Gabinetto Improta e infine per metterla nelle mani di Arnaldo Sciarelli.
E' farina del Vostro sacco quanto si legge nella relazione sul rendiconto generale dello Stato del 2007, è la Corte dei Conti ad affermare che la società Arcus " si sta trasformando in un'agenzia per il sostegno di interventi, predeterminati dai ministri e integrativi di quelli ordinari".
"Arcus è in costante ritardo nella fase decisionale e in quella di esecutività dei progetti", tutto ciò comporta il frequente finanziamento e la quasi immediata erogazione dello stesso per iniziative progettuali già avviate o addirittura concluse. Senza contare poi che la Corte preme per l'approvazione di un regolamento di cui Arcus non è ancora provvista.
La Confsal-Unsa Beni Culturali fa accorato appello affinché si valuti la possibilità, anche in virtù che nei prossimi giorni saranno nominati i nuovi responsabili dei dicasteri della Cultura e delle Infrastrutture, di non dar seguito alla registrazione dei provvedimenti in questione che prevedono l'impegno di un'ingente somma che dovrà gestire una società che ha operato fino ad oggi in maniera piuttosto grossolana e il cui futuro prossimo è davvero incerto.
"L'allarme lanciato su Arcus (la Spa dei Beni culturali partecipata dal Ministero delle Infrastrutture) da questa Segreteria Nazionale il 3 aprile scorso era del tutto giustificato.
Con un vero e proprio colpo di mano i ministri Rutelli e Di Pietro, con la squadra di Arcus, a pochissimi giorni dalle consultazioni del 13 e 14 aprile, hanno confezionato un piano d'interventi, una serie di progetti scelti senza alcun criterio, se non quello clientelare per meri scopi elettorali, dividendoli in due tranche, una da 60 milioni di euro e l'altra da 47 milioni e confezionando decreti che da pochi giorni si trovano sui tavoli di codesta spettabile Corte per la registrazione.
L'operazione effettuata con moltissima fretta e proprio in un periodo elettorale e alla vigilia di lasciare il Dicastero ad un nuovo ministro della Cultura, ha creato non pochi dubbi sulla trasparenza dell'assegnazione di ben 107 milioni di euro. Nessuno conosce quali e quanti sono i progetti di particolare interesse culturale e nazionale. Senza parlare poi che i vertici di Arcus, sin dallo start up della società hanno sempre promesso senza mai tener fede di pubblicare sul sito www.arcusonline.org, e quindi rendendo pubblica l'attività di una società completamente a capitale pubblico, i vari decreti interministeriali fino ad oggi emessi.
Si tratta di un'irregolarità anche questa, un'altra fandonia del Commissario Sciarelli e del Direttore Generale Pietrabissa che non possono permettersi di affermare all'agenzia Ansa "pubblicheremo sul nostro sito i decreti come abbiamo sempre fatto", quando sul sito non vi è nemmeno l'ombra di un decreto regolarmente registrato da codesta Corte dei Conti. Sul sito internet di Arcus sono riportati una serie di progetti ma non tutti quelli finanziati e questo non fa che alimentare purtroppo il sospetto che ci sia qualcosa da nascondere.
Ci teniamo a ribadire che Arcus non rappresenta certo la cosiddetta "normale amministrazione", quindi non vi era nessun motivo d'urgenza(se non quello elettorale) di correre a stilare il piano dei progetti (per un ammontare di 107 milioni di euro)
Del resto proprio di recente codesta Magistratura contabile ha sollecitato Arcus alla ricostituzione del Consiglio d'Amministrazione, Cda che ricordiamo manca dal 5 aprile del 2007, quando Rutelli decise di commissariare la società prima con l'on. Baratta, poi con il suo attuale Capo di Gabinetto Improta e infine per metterla nelle mani di Arnaldo Sciarelli.
E' farina del Vostro sacco quanto si legge nella relazione sul rendiconto generale dello Stato del 2007, è la Corte dei Conti ad affermare che la società Arcus " si sta trasformando in un'agenzia per il sostegno di interventi, predeterminati dai ministri e integrativi di quelli ordinari".
"Arcus è in costante ritardo nella fase decisionale e in quella di esecutività dei progetti", tutto ciò comporta il frequente finanziamento e la quasi immediata erogazione dello stesso per iniziative progettuali già avviate o addirittura concluse. Senza contare poi che la Corte preme per l'approvazione di un regolamento di cui Arcus non è ancora provvista.
La Confsal-Unsa Beni Culturali fa accorato appello affinché si valuti la possibilità, anche in virtù che nei prossimi giorni saranno nominati i nuovi responsabili dei dicasteri della Cultura e delle Infrastrutture, di non dar seguito alla registrazione dei provvedimenti in questione che prevedono l'impegno di un'ingente somma che dovrà gestire una società che ha operato fino ad oggi in maniera piuttosto grossolana e il cui futuro prossimo è davvero incerto.
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