sabato, aprile 24, 1993

A Pasqua i musei sono rimasti aperti. Ma dopo?

Il settore dei Beni culturali sta attraversando un momento di particolare gloria.
Quotidianamente i mass media mettono in risalto le iniziative del Ministro Ronchey grazie alle quali, almeno in apparenza, si sta cercando di risolvere i problemi legati al patrimonio culturale nazionale.
Una di queste iniziative, quella di mobilitare più di 100 custodi, che sono stati destinati a sedi diverse da quelle di appartenenza, ha suscitato molto entusiasmo e si è cantato vittoria, soprattutto nel periodo successivo alla Pasqua.
Non voglio, in questa sede, entrare in polemica con gli amici giornalisti o con il Ministro Ronchey.
In qualità di addetto stampa del Sindacato Nazionale Autonomo per i Beni Culturali e Ambientali (S.N.A.B.C.A.), vorrei però portare un esempio di come si sono svolte in realtà le cose.
La vicenda che voglio narrare è quella di un nutrito gruppo di Addetti ai Servizi di Vigilanza che, da più parti d’Italia, è stato destinato a prestare servizio a Firenze.
Il problema principale, naturalmente, era quello dell’alloggio.
Il Ministero ha provveduto a mettere a disposizione dei sopracitati lavoratori, alcune stanze situate nel complesso di una villa il cui nome è “Villa Pieragnoli”, che si trova a circa 23 km da Firenze.
Non mi soffermo a descrivere le precarie condizioni igenico–sanitarie in cui sono stati costretti a vivere questi lavoratori. Basti pensare che le camere erano a 4-6 letti, le porte prive di serrature, le pareti cosparse di umidità e un unico bagno per uomini e donne.
Già la distanza dal centro di Firenze rende l’idea della difficoltà trovata dagli Addetti ai Servizi di Vigilanza per raggiungere il luogo di lavoro.
Questo sarebbe stato nulla se Villa Pieragnoli fosse stata ben servita dai mezzi pubblici.
I mezzi pubblici, invece, passavano a circa 3 km dalla villa e quindi il disagio per questi lavoratori era notevole.
La cosa paradossale, poi, è che in alcuni casi sono stati “obbligatoriamente” mandati in ferie alcuni Addetti ai Servizi di Vigilanza di Firenze per lasciar posto ai loro colleghi in missione.
A questo punto l’opinione pubblica, a mio giudizio, deve farsi un’idea di come sono andate effettivamente le cose nel periodo pasquale e non lasciarsi influenzare dal tono pomposo e vittorioso dei mass media che hanno messo in risalto l’apparenza, la facciata, ma non la disorganizzazione e l’approssimazione con cui si è provveduto a mandare in missione dei lavoratori.
Ricordiamoci che ogni struttura è creata e portata avanti da esseri umani che vogliono sia rispettata la loro dignità di uomini, spesso padri di famiglia, che lavorano con decoro, serietà e competenza e che, quindi, non debbono più essere trattati come pecore di cui poter disporre autoritariamente.
Stefano Innocentini: Il sole 24 Ore - 24 aprile 1993